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Fede e PapàLutto in casa Lazio. Il nostro Capo Ufficio Stampa Federico Marietti perde, dopo una breve ma dolorosa malattia, il proprio papà, cui era straordinariamente affezionato. La grande famiglia della Lazio Nuoto, il suo presidente, i dirigenti, i tecnici, i collaboratori, gli atleti e tutti coloro che ruotano nel mondo del nostro sodalizio si stringono, commossi, attorno a Federico e alla famiglia con sentimento di profonda partecipazione al loro grande dolore. Le esequie saranno celebrate, alle 14 di venerdì 30 agosto, nella chiesa di San Pio X alla Balduina.

Di seguito le struggenti e lucide parole di Federico per la scomparsa del suo amato genitore:

"Abbiamo massaggiato fino all'ultimo le tue ossa ormai fragili e spigolose. Ti abbiamo accompagnato impotenti mentre la malattia ti divorava un giorno alla volta, senza un'ora, un momento, nemmeno un istante di pietà. Ti abbiamo visto affrontare con dignità (da signore elegante e per bene quale sei sempre stato) ogni invasione nella tua intimità, anche la più profonda, nella quale siamo stati costtetti ad entrare, nostro malgrado, senza averne troppo le competenze, ma si sa per un padre si fa tutto. Per un padre come te poi, nemmeno a dirlo. 

Operazioni, esami, diete, farmaci, invalidità, pratiche a volte lente e assurde, ma anche l'aiuto di persone e amici con un grande cuore. Non ci hai fatto pesare nulla, noi non ti abbiamo fatto mancare niente, spero... eppure la rabbia è tanta, soprattutto per l'immane sofferenza che hai dovuto sopportare, senza tregua, e noi con te.

Non scrivo in cerca di compassione o chissà cos'altro, non ho alcuna intenzione di mostrare qui il mio dolore inconsolabile, soprattutto per l'evoluzione del tumore che in 2 mesi ti ha portato via da noi. Scrivo perché tutti devono sapere quanto è bastarda questa malattia che però si può combattere, più che con la forza e il coraggio di cui si riempiono la bocca in molti, con la PREVENZIONE. Esistono screening dettagliati, non vanno trascurati, non esiste tempo speso in modo migliore. Ogni sintomo e segno va riferito ai medici, a volte il confronto con loro può non essere semplice, ma bisogna rispettare sempre chi ha scelto di dedicarsi agli altri tra mile difficoltà e responsabilità.

Ora abbraccio i miei fratelli, mia mamma, mia moglie, le mie bimbe e tutti quelli che mi sono stati vicino in queste settimane. Vorrei abbracciare ancora mio padre, ma non c'è più. Se posso permettermi un consiglio, chi può ancora farlo non smetta, non lasciate che una lite, una banalità, il pudore, interrompa un rito di amore con i genitori, stringeteli e baciateli forte ogni volta che è possibile. Costa poco, ma il guadagno dell'anima è immenso."