La S.S. Lazio Nuoto al fine di rendere completa la propria proposta sportiva ha aperto il settore dedicato al Nuoto Paralimpico, affiliandosi alla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico (FINP).
Questo nuovo settore è totalmente inserito nel contesto generale della squadra biancoceleste ed è gestito tecnicamente da allenatori qualificati FINP/FIN.
La S.S.Lazio Nuoto si pone come obiettivo primario quello di contribuire ad incrementare nel territorio di Roma e provincia, la pratica del nuoto per le persone disabili, nello specifico con disabilità fisica e visiva, facendo leva sia sul proprio prestigioso e storico nome - garanzia di qualità e serietà - sia sull’utilizzo di tutti i canali di reclutamento degli atleti dei vari settori acquatici (nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato).
Gli atleti ed i tecnici tesserati dalla corrente stagione sportiva, sono di livello assoluto, tramite il loro valore tecnico e le competenze dei loro allenatori si propone di iniziare questo ambizioso percorso sportivo già con la giusta marcia,
Per qualsiasi informazione contattare il Responsabile Tecnico Gianluca Cacciamano 329.2114364
Il nuoto praticato da atleti con disabilità è convenzionalmente denominato paralimpico.
Presente alle prime Paralimpiadi di Roma 1960, è una delle principali discipline praticate da atleti disabili.
In Italia, per quanto concerne la disabilità fisica e visiva, è gestito dalla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico (FINP), mentre è la FISDIR ad occuparsi di tutta l’attività sportiva - compreso il nuoto - rivolta alla disabilità intellettiva e relazionale. Entrambe le federazioni sono riconosciute dal Comitato Italiano Paralimpico.
L’attività natatoria agonistica paralimpica oltre ad essere distinta per sesso e categorie d’età, presenta - come nelle altre discipline paralimpiche - un’ulteriore suddivisione, quella per “classi sportive”, resasi necessaria al fine di garantire agli atleti con diversi gradi e tipologie di disabilità, la partecipazione a competizioni equilibrate.
Le classi sportive vengono assegnate ai nuotatori agonisti a seguito di visite di classificazione, che si differenziano a seconda del tipo di patologia dell’atleta.
Le classificazioni per l’handicap fisico (sia esso di origine midollare, ortopedico, cerebrale, o altro) sono di tipo “funzionale” e prevedono tre fasi; visita medica (test sulla forza muscolare o coordinazione a seconda della disabilità), valutazione del gesto sportivo (nuotata, partenza dal blocco o dall’acqua, virata), valutazione in gara dell’atleta. All’atleta viene attribuito - da un Medico Classificatore e da un Tecnico Classificatore - un punteggio corrispondente alle funzioni che può ancora esprimere e successivamente viene inserito in una delle classi previste (minore è la classe, minori sono le capacità residue del nuotatore).
E’ previsto un handicap minimo, che varia da disciplina a disciplina.
Le classi sportive per l’handicap fisico sono le seguenti:
- da S1 (la più grave) a S10 (meno grave) per le nuotate a dorso, stile libero e farfalla;
- da SB1 a SB9 per la rana (questo stile è stato scorporato dagli altri in considerazione dell’influenza maggiore - a livello propulsivo - che gli arti inferiori hanno rispetto a quelli superiori);
- da SM1 a SM10 per i misti individuali
La sigla S nasce dal termine inglese Swimming, (SB Breast-Stroke) (SM medley)
Per i ciechi o ipovedenti è prevista una visita specialistica svolta da un Medico Classificatore Oftalmologo, che una volta valutato il campo visivo e/o l’acuità visiva dell’atleta, lo inserirà in una delle tre classi previste S11 (cieco totale) S12 ed S13 (ipovedenti).
Gli atleti con disabilità intellettiva e/o relazionale (attività svolta come già detto sotto l’egida della FISDIR) vengono sottoposti a dei test previsti dall’INAS (International Federation for sport for para-athletes with an intellectual disability), finalizzati ad accertare la diagnosi della disabilità intellettiva in conformità agli standard accettati, nonché viene verificata, tramite una valutazione tecnica e strumentale (nel nuoto con il software Dartfish o altro equivalente) l’influenza della disabilità intellettiva nella pratica della specifica disciplina sportiva.
La classe sportiva per la disabilità intellettiva e relazionale a livello internazionale è unica ed è la S14. In Italia è prevista anche la classe C21 (dalla trisomia 21) dedicata agli atleti con Sindrome di Down
Gli atleti della FINP, si possono cimentare nei quattro stili previsti dal regolamento, ovvero lo stile libero, il dorso, la rana e la farfalla, nonché nelle gare miste e nelle staffette.
Le distanze previste sono le seguenti:
•stile libero 50m, 100m (tutti i gradi di disabilità)
•200m (*), 400m (**), stile libero e la 5 km (**) in acque libere
•dorso, rana e farfalla 50m (*) e 100m (*) e (**)
•nei misti individuali 150 m (*) - 200m (**)
•staffette 4 x 50 stile libero e mista, 4 x 100 stile libero e mista, 4 x 50 s.l. e mista “mixed”